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Trento, 13 luglio 2011 L’esito dei referendum del mese scorso ha riaffermato l’importanza e la centralità dei beni comuni e dell’acqua in modo particolare. Il dibattito è stato prevalentemente centrato sulla gestione dell’acqua di acquedotto, mentre è passata in secondo piano la questione dello sfruttamento dell’acqua “che rende tanti soldi”, cioè quella che viene utilizzata per la produzione dell’energia idroelettrica, l’oro blu del Trentino. Su questi temi interviene oggi il consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino, Roberto Bombarda, col deposito di un “pacchetto” di tre distinti disegni di legge. Secondo Bombarda, che già aveva portato la questione all’attenzione del Consiglio provinciale nella scorsa legislatura, con la proroga decennale delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche alle nuove società costituite insieme con Enel ed Edison si sarebbe persa l’occasione di favorire maggiormente la partecipazione di tutti i Comuni trentini e dell’azionariato diffuso ai benefici derivanti dallo sfruttamento delle acque pubbliche trentine. Il primo disegno di legge punta dunque a favorire l’allargamento dei beneficiari, rendendo per così dire più “democratica” la partecipazione alla gestione ed allo sfruttamento dell’acqua dei fiumi. La proposta di legge introduce anche una moratoria di tre anni per tutte le nuove concessioni idroelettriche, anche di minori dimensioni. Questo per tutelare i fiumi da uno sfruttamento che starebbe diventando eccessivo. Roberto Bombarda sostiene che l’acqua dei fiumi debba essere sfruttata in prima battuta dalla Provincia e, successivamente dai Comuni. Solo in caso di mancato interesse da parte di questi soggetti pubblici potrebbero essere rilasciate concessioni ai privati. Acqua dei fiumi che è quindi al centro di un secondo disegno di legge, con il quale il consigliere dei Verdi e Democratici del Trentino intende favorire l’impiego dei cosiddetti “canoni ambientali” per reali iniziative di miglioramento ambientale a favore degli alvei, ad esempio attraverso iniziative di recupero ambientale e paesaggistico oppure attraverso la creazione di riserve naturali e parchi fluviali. La norma vigente, infatti, delega alle comunità di valle ed ai comuni la possibilità di individuare, d’intesa, come utilizzare circa 30 milioni di euro per i prossimi dieci anni. La proposta di Bombarda è invece inequivocabile: “i soldi resi dai fiumi devono ritornare ai fiumi!” Il terzo disegno di legge depositato in giornata si occupa infine del “calore della Terra”, cioè della geotermia, anch’essa definibile come “bene comune”. Un bene inesauribile e disponibile ovunque, afferma il consigliere Bombarda. Anche su questo tema il Consiglio provinciale ha già votato una mozione per promuovere e sostenere la geotermia nell’ottica di territori ad emissioni zero, ma rimane ancora molta strada da percorrere. Dall’altra parte delle Alpi invece, come ad esempio in Svizzera, esistono ormai decine di migliaia di edifici e di abitazioni completamente autonome dal punto vista energetico grazie all’accoppiata geotermia-fotovoltaico. E sempre in Svizzera vengono sfruttati da anni anche i tunnel ferroviari e stradali, di cui è molto ricco anche il Trentino. Con il disegno di legge si vogliono pertanto offrire maggiori sostegni a chi vorrà utilizzare questa fonte pulita e sostenere la sperimentazione di soluzioni geotermiche in grado di sfruttare il potenziale dei tunnel esistenti o che saranno realizzati nei prossimi anni. Acqua e Terra, beni comuni da utilizzare per il beneficio dell’intera collettività. Un principio condiviso dalla maggioranza dei nostri concittadini e che con questi tre disegni di legge si vuole rendere ancora più incisivo.
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